mercoledì 4 aprile 2007

Il museo della ferrovia


Provenendo da una famiglia di ferrovieri non potevo rimanere insensibile al fascino di un luogo destinato a rappresentare e conservare il più antico dei sistemi di trasporto "moderni": la ferrovia.
Il museo della ferrovia si trova a Savigliano, città del cuneese a 40 minuti da Torino, nella quale siamo arrivati in una domenica che solo inizialmente era cominciata con la pioggia battente e che si è man mano rivelata primaverile e soleggiata.
Il museo può riassumersi in tre zone distinte: la parte interna con modellini, plastici, targhe e parti più o meno antiche della componentistica ferrioviaria, la parte esterna nella quale sono presenti dei veri e propri convogli ferroviari e la terza parte costituita da un breve documentario sulla storia della ferrovia italiana.
Si comincia con alcuni pezzi classici di materiale ferroviario: le lanterne a petrolio utilizzate come fari, gli accessori dei macchinisti, sistemi di sospensione e pezzi di rotaia di diverse dimensioni in funzione dell'utilizzazione della strada ferrata.
Si passa poi alla saletta dei modellini: ce ne sono grandi e piccoli, di motrici e carrozze vecchie e nuove, tutti diligentemente ordinate in apposite teche di vetro.
Ma punto di forza del museo è il plastico!
Non smetteresti mai di fissarlo. Colline, diverse linee ferroviarie, gallerie, ferrovie a cremagliera, convogli merci, convogli passeggeri, convogli veloci, convogli a vapore. Stazioni, abitazioni, lampioni. Tutto è curatissimo. Tutte le linee sono gestite da un software in tutto identico a quello utilizzato nelle ferrovie vere e proprie. I treni in arrivo vengono fermati se la sede binari in stazione è occupata da un altro treno, e addirittura il lampione ha la lucetta rossa accesa che diventa verde quando la sede si libera. Dentro i convogli si accendono persino le lampade dei tavolini delle carrozze di lusso. Si sentono i fischi del treno e addirittura il rumore dei motori in funzione del tipo di locomotore.
Tutto è armonioso in quel plastico animato.
Fuori ci sono alcuni vecchi convogli delle ferrovie (il museo è confinante con la stazione ferroviaria) e l'attenzione cade su un convoglio probabilmente utilizzato per trasportare i detenuti: all'interno ci sono le celle e tutti finestrini hanno le sbarre.
Il documentario è sintetico ma completo.
E' ora di fare due passi: si va a Saluzzo.

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